29 Maggio 2019, 10:17:27Commento scritto da zecca_2000
Voto: 7.00
George R.R.Martin non delude mai.
Quindi un voto positivo per questo romanzo breve (7), pur lontano dai fasti dell'autore, che proprio nella narrativa breve ci aveva regalato le sue opere migliori: penso a DIECI PICCOLI UMANI, RITRATTO DI FAMIGLIA, L'UOMO DELLA CASA DELLA CARNE, e tanti altri (cito a memoria eh).
Il romanzo breve e' inserito nel ciclo di storia futura di Martin cui fanno parte anche LA LUCE MORENTE, il ciclo di TUF ecc.
Tuttavia non ho colto l'appartenenza al ciclo, forse andrebbe studiato meglio, forse l'ambientazione e' quella di un pianeta periferico, che quindi ha pochi riferimenti col ciclo principale.
Il protagonista potrebbe essere umano, come potrebbe non esserlo.
In effetti, quest'opera e' un po' al confine tra FS fantasy, horror.
Buona comunque l'atmosfera claustrofobica, i personaggi, la storia.
Buona l'idea (non nuova nella FS) del protagonista che rivoluziona una situazione decadente che ormai dura da tantissimo tempo (in questo caso, l'odio verso l'altra razza), anche se il finale e' abbastanza inaspettato.
Ho visto anche parecchia influenza di Jack Vance per certi versi.
7
 
27 Novembre 2018, 19:16:15Commento scritto da galions
Voto: 7.50
Bastano poche pagine a Martin per evocare dal nulla un mondo claustrofobico e decadente.
Certo non si tratta di Westeros, Essos e della complessità dei Sette Regni, ma questo ‘Nella casa del verme’ conta meno di 100 pagine.
Un racconto lungo, o romanzo breve se preferite, che narra di un pianeta indefinito appena rischiarato dal crepuscolo di una stella morente, e che si sviluppa nel sottosuolo con un dedalo di tunnel scavati dai vermi.
Vermi giganteschi, putrescenti, orripilanti, che si cibano di carne, attorniati da una sterminata prole di vermi più piccoli ma non meno pericolosi per il loro numero.
Il confine tra fantascienza ed horror si confondono.
Annelyn protagonista dell’avventura nelle viscere della casa del Verme è uno ‘yaga-la-hai’, ovvero uno dei privilegiati che possono ancora vivere laddove la luce morente del sole in agonia riesce ancora a illuminare gli ambienti.
Ma le circostanze lo portano nelle viscere, dove i tunnel sono sprofondati nel buio totale ed oppressivo, e dove ci si sente circondati ed insidiati da creature invisibili.
Claustrofobia e angoscia sono gli stati d’animo a cui Martin si affida per portarvi al termine delle sue pagine senza pausa alcuna, e per lunghi tratti la strategia dell’autore risulta dannatamente efficace.
L’unica pecca di questo volume è il prezzo spropositato a cui viene proposto rispetto al tempo che impiegherete a leggerlo. Ma il nome di Martin è una garanzia.
 
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