| Voto: 6.00 |
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Voto di stima per l'autore
| Voto: 7.00 |
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| Voto: 7.50 |
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La storia è coinvolgente, scritta con una buona dose di ironia , con una discreta capacità nel tratteggiare le implicazioni sociologiche dell'effetto pratica nella società del mondo di Tatir e con un certo rimando a citazioni filosofiche del mondo delle idee di Platone (poveretto si starà rivoltando nella tomba per questa mia sparata...)
Personalmente ho trovato una certa analogia tra la società descritta nel romanzo e la nostra: noi pratichiamo parecchio gli oggetti che la società ci mette facilmente a disposizione a discapito della nostra immagizione e creatività, depauperandoci della capacita di fare e di elevarci.
Chi crea, come nel romanzo, è forse da considerare una sorta di mago dotato di poteri fuori dal comune e visto di conseguenza con un certo sospetto o come un fenomeno da sfruttare?
Il romanzo è avvincente ma cade un po' di tono sul finale quando l'Autore tenta di riportare l'idea all'origine del romanzo su binari pseudo-scientifici, a mio avviso senza convincere fino in fondo.
Il romanzo è in ogni caso godibile e merita una lettura: inoltre il suo autore, David Brin, meriterebbe di essere un po' più "praticato" su Urania in quanto possiede delle capacità magiche di creare bella SF.
| Voto: 7.50 |
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Scritto bene e con idee originali: non male!
Non ho capito cosa c'entra la traduzione del titolo: "Effetto Pratica" era molto più azzeccato (e accurato!)
