01 Marzo 2008, 15:16:53Commento scritto da Darkyo
Voto: 4.00
Mi diverte notare come il tipico espediente che gli autori utilizzano per coinvolgere il lettore nei romanzi di fantascienza sia quello di prendere un uomo contemporaneo (un uomo normale in cui ogni lettore possa vdersi) e proiettarlo nella maniera più assurda possibile nel futuro remoto. C'è da dire che in tal modo è anche più semplice per lo scrittore creare un personaggio credibile e descrivere l'incredibile.
Anche in questo romanzo l'autrice usa un espediente simile: il protagonista viene mandato per errore (non si capisce in base a quale esperimento scientifico) indietro nel tempo. E qui scopre che le leggende sono realtà: Atlantide esiste davvero e domina il mondo.
Un incipit interessante, ma poi il romanzo si rivela la solita noiosissima e banalissima fuffa-fantasy ove l'espediente di cui sopra si rivela controproducente per la tenuta della storia stessa: come fa un uomo venuto dal futuro a usare magia e poteri paranormali con tanta perizia e semplicità? Mistero...
 
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