Romanzo nello stile di Hubbard. Tempi e luoghi si distorcono per dare vita ad una vicenda di cappa e di spada. Il protagonista costretto a muoversi come se fosse un burattino, vorrebbe fare altro non riesce a credere di essere stato sbalzato da un luogo all'altro per un capriccio del tempo spazio. Ma che cos'è questo ticchettìo? Vuoi vedere che il mio compagno di camera, quello pressato dal suo editore, mi ha fatto entrare nella trama del suo romanzo? Il lettore non capisce l'assurdità di questo espediente per descrivere una storia che si regge da sé e che è pure intrigante. Tra desiderio del protagonista e volontà dell'autore, la trama si esaurisce in fretta e presto si ritorna alla normalità, con tanto di punti esclamativi. |
Già con "Le quattro ore di Satana" Ron Hubbard aveva proposto una vicenda molto strana e onirica, ma con questo libro si è davvero superato. Tuttavia, mentre lì il mistero delle sovrannaturali esperienze del protagonista era incentrato sulle quattro ore che egli aveva inspiegabilmente perduto, qui non c'è davvero nulla nè di misterioso nè di sovrannaturale: semplicemente il protagonista si trova a vivere una vicenda che ha del surreale, intrappolato nella trama di un libro di un suo amico scrittore che lo vede imprigionato nei panni dell'antagonista dell'eroe del suo romanzo e dunque quasi sicuramente destinato ad una drammatica fine. L'indiscutibile ticchettio della macchina da scrivere, che sembra provenire dalle nubi e che solo lui può udire, accompagna i momenti di "assenza" di Mike De Wolf, quei momenti cioè in cui egli, nei panni del personaggio del romanzo, non ha facoltà decisionali e, come in una sorta di incubo ad occhi aperti è costretto a vivere passivamente ciò che l'autore sta scrivendo. Ma, fortunatamente, ogni tanto lo scrittore si concede delle pause, ed è in questi momenti di libertà, che Mike, resosi conto della situazione, tenta in tutti i modi di scongiurare il suo tremendo destino. Il finale sarà forse un pochino scontato, ma è anche l'unico possibile finale ipotizzabile per una vicenda surreale come questa e non è affatto deludente: al contrario, esso rende il romanzo assai più gustoso e divertente, sicuramente molto migliore di quanto avrebbe potuto fare qualunque ipotetico escamotage fantascientifico/sovrannaturale. E' un libro assultamente unico e fuori dal comune che, senza effetti speciali e trovate sorprendenti, si lascia gustare dall'inizio alla fine, divertendo ed appassionando il lettore che vive, istante dopo istante, il dramma di Mike, imprigionato in un universo in cui le leggi del libero arbitrio sono vere solo parzialmente, in cui è possibile che il sole si fermi in cielo nello stesso punto per ore ed ore senza che il tempo passi, in cui si passa dall'alba al tramonto nel giro di pochi istanti ed in cui è possibile che i personaggi, tutti a loro insaputa tranne il povero Mike, si trovino a rivivere più volte la stessa vicenda ma con esiti diversi, un universo impazzito e soggetto tanto ai marchiani errori di ambientazione di uno scrittore poco informato sui dettagli dell'epoca che descrive, quanto ai suoi repentini ripensamenti sulla trama e sui destini dei suoi personaggi. Un libro che è un classico senza tempo, che si legge oggi come 50 anni fa e che vi consiglio di leggere appena ne avete il tempo. |