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Ma, ovviamente, il passato torna a bussare alla sua porta, il Matto, da lungo tempo scomparso, irrompe nuovamente nella sua vita, torturato e storpiato irrimediabilmente dai Servi, un'oscuro potere che tira le fila dei destini dei Sei Ducati e di tutte le altre nazioni, manipolando per i propri fini i Profeti Bianchi.
I Servi, inoltre, rapiscono la piccola Ape per motivi noti solo a loro.
Così Fitz e il Matto dovranno ancora una volta affrontare una missione suicida che deciderà, qualunque sia l'esito, il destino di un mondo.
Trilogia monumentale e di amplissimo respiro che costituisce l'atto finale del Ciclo dei Sei Ducati.
Robin Hobb fa intraprendere ai protagonisti della sua ultima fatica un immenso viaggio attraverso tutte le località dove ha ambientato i vari romanzi della saga e come, per una sorta di commiato definitivo, fa incontrare al lettore tutti i personaggi che sono stati protagonisti dei vari libri del Ciclo fino al gran finale, forse temuto, ma comunque inaspettato ancorché mirabilmente rappresentato.
Ancora una volta, a rischio di sembrare pleonastico, non posso nascondere l'ammirazione per le capacità di questa autrice che emergono ancora una volta da questa epica e commovente trilogia finale, una summa delle sue qualità che conclude degnamente un ciclo che è un punto di riferimento assoluto per il genere Fantasy.
Il viaggio che ho iniziato circa venti anni fa con la lettura della Trilogia dei Lungavista (prima del Ciclo dei Sei Ducati), si è, ahimè, concluso con enorme soddisfazione seppur venata di tristezza, perché una scrittrice come Robin Hobb non nasce tutti gli anni e sarà dura leggere qualcosa che sia alla sua altezza, sensazione avvalorata dalla generale mediocrità in cui trovo che sia caduta negli ultimi anni (tranne poche eccezioni) la letteratura di genere fantastico.