28 Novembre 2019, 16:41:16Commento scritto da galions
Voto: 6.50
‘L’invasione delle tenebre’ è il terzo e conclusivo romanzo della trilogia dei ‘Dannati’ dell’autore americano Glenn Cooper.
Ovviamente anche in questo caso non leggete oltre il mio commento, se siete interessati al ciclo di romanzi e non volete imbattervi in alcuna anticipazione.
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Cooper è andato migliorando nella stesura della sua trilogia in termini di ricchezza di personaggi, oltre che nell’intensità e complessità della trama.
Gli scenari e le vicende che coinvolgono i protagonisti sono più variegati e la curiosità del lettore rimane alta per altre 470 pagine, prima del colpo di scena finale spettacolare e, a dire la verità, anche piuttosto melodrammatico.
Dopo la conclusione de ‘La porta delle tenebre’ il passaggio spazio-temporale non si chiude più allo spegnimento del collisore inglese MAAC, ma si allarga e ad esso si aggiungono altri punti di passaggio che si formano in corrispondenza con i magneti superconduttori interrati nell’anello in cui i fasci di particelle collidono.
Ormai le autorità inglesi non possono più proteggersi mantenendo la segretezza.
Viene coinvolto il SAS, l’esercito e le più moderne tecnologie per la sorveglianza del territorio.
Londra stessa diviene zona di caccia per i dannati che si riversano sulla Terra attraverso i passaggi dimensionali.
Cooper nell’adottare quegli espedienti funzionali a suscitare nel lettore le emozioni che lo spingono a divorare le pagine, non riesce però ad evitare alcuni peccati.
In primo luogo i personaggi sono talora eccessivamente stereotipati: il protagonista è il classico eroe tutto d’un pezzo che non si scoraggia mai, la sua compagna è la altrettanto classica bionda irresistibile ed intelligente che suscita le brame di tutti coloro che la circondano.
Ad essi si aggiunge il leccapiedi doppiogiochista destinato a tradirli, il fratello del protagonista che ha vissuto una vita all’ombra del successo di quest’ultimo e per questo è dedito alla bottiglia, e tutto  un corollario di personaggi minori dei quali si intuisce facilmente che sono destinati a ricoprire i ruoli delle vittime designate.
Un altro aspetto che non mi ha mai convinto sin dal principio è l’ambientazione infernale descritta da Cooper, molto diversa dall’immaginario comune, e questo ci sta, ma troppo poco convincente.
E la prova di questo la danno più di un personaggio che accetta di restare nell’inferno cooperiano anziché tornare tra i vivi.
Insomma per farla breve l’Oltre in questi romanzi non è neanche lontanamente il terribile luogo che ci suggerisce la parola: Inferno.
Certo ci sono assassini, stupratori e ladri, non c’è il sole, non potendo morire le sofferenze sono senza fine, ma ad un certo punto un celebre dittatore preferisce continuare a spadroneggiare all’inferno piuttosto che affrontare l’ignoto tornando sulla Terra.
Perciò è lo stesso Cooper a riconoscerlo involontariamente con questo episodio.
Trama coinvolgente, azione, varietà di scenari e personaggi ci portano comodamente alla fine della trilogia, ma ripensando ancora una volta alla ‘Biblioteca dei morti’ è inevitabile pensare che l’autore abbia dato il meglio di sé al suo esordio letterario senza riuscire a ripetersi.
 
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