Prima opera da me letta, scritta da Mr Van Vogt. Libro del 1952, che malgrado i 61 anni, non si può considerare, rispetto ad altre letture, antico e polveroso (a parte alcune terminologie). Il protagonosta princiapale dell' opera è sicuramente lo spazio, il cosmo intero, le dimensioni abnormi entro cui si muove l'uomo. Malgrado tutta la sua tecnologica, la sua superscienza, le astronavi, è pur sempre una componente infenitesimale dell'immenso spazio cosmico. Come granelli di polvere, che si liberano nell'aria. La storia scorre abbastanza fluida, personalmente avrei preferito maggior enfasi nello scontro finale tra i due antagonisti, qualche cosa di più titanico, considerato i poteri e le abilità, mentre il tutto si esaurisce in poche pagine. Mentre ho trovato stucchevole e a dirpoco fastidiosa, il finale da soap opera. Considerato che si decidevano le sorti di milioni, di miliardi di individui, il destino di pianeti ed individui, abbiamo un finale in cui la necessità primigena e ritrovar, forse, l'amor perduto... |