08 Marzo 2020, 19:42:41Commento scritto da adso
Voto: 8.50
Come di consueto, nei suoi romanzi PKD mette in campo quelle che sono le sue principali ossessioni, tra cui la questione religiosa e il suo significato ultimo, l’influenza che le droghe hanno sulla realtà e il suo rapporto conflittuale con l’altro sesso.
In quest’ opera l’autore si serve di un espediente piuttosto originale, ossia l’effetto Hobart, in conseguenza del quale gli esseri umani vedono invertirsi il normale flusso vitale dalla nascita alla morte.
Senza entrare nel merito della trama, ciò che mi ha colpito maggiormente sono stati i dialoghi in cui vengono affrontati argomenti di carattere filosofico/teologico che avranno un’incidenza decisiva sull’ evoluzione degli eventi, anche se viene messo in evidenza come l’azione di singoli attori, seppur ai limiti dell’eroico, sarà ininfluente al cospetto dell’ordine costituito e delle istituzioni che, in qualche maniera, lo detengono e lo regolano.
In definitiva, al termine della lettura mi è rimasto un senso di profondo sconforto e di sostanziale pessimismo sulla possibilità del genere umano di elevarsi ad un livello superiore a quello (piuttosto misero) cui sembra inesorabilmente destinato.
Grande Dick!
 
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