Ginevra 1935 alle due di notte place du Molard è deserta. L'agente Malan si annoia e sbadiglia, quando gli si pare dinanzi un giovane vestito elegantemente che si comporta in modo strano. Prima si toglie la giacca, poi si slaccia la cintura di pelle e resta in mutande, le giarrettiere di seta blu bene in vista. Barcolla, cade. Ha le pupille dilatate , i tratti del viso rigidi ed immobili. Malan non sa cosa fare di quell'uomo che crede ubriaco, quando ecco arrivare Louis Dominicé, professore di Psicologia all'Università. E' un caso di avvelenamento, sentenzia. E telefona all'ospedale. Il suo allievo, dottore che si prende cura del giovanotto, conferma la diagnosi, dopo aver osservato la puntura nella piega del gomito, come un'endovena fatta da una mano inesperta, e i sintomi evidenti: avvelenamento per iosciamina alcaloide presente nella belladonna. Il malato, che si scopre essere un diplomatico inglese, certo Walter Crawley, segretario di sir Avindranath Eric Bose, sembra riprendersi, ma dopo la visita di una donna misteriosa, muore avvelenato da un tè alla giusquiama, una solanacea. Poco tempo dopo, con le stesse modalità e con l'apparizione finale della stessa donna, muore Etelster, un farmacista nel cui retrobottega si svolgevano riti esoterici e loschi affari....
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