Sasà Iovine, commercialista tutto fare, ma veramente tutto o quasi, è ormai alla seconda avventura. E' sopravvissuto sia agli incidenti sia ai successi della prima, La mazzetta, celebrata anche sugli schermi, grazie a una convintissima interpretazione di Nino Manfredi. La mazzetta ha segnato l'esordio alla ribalta un poco angusta della narrativa nazionale di un insolito personaggio che è in parti uguali regionale e internazionale, dialettale ed esperantico, che volubilmente discorre, chiacchiera e ragguaglia di sé il cortile di casa sua e gli antipodi. Sasà Iovine è un napoletano che si arrangia come tanti napoletani e italiani. La sua meta e costituita dai soldi. Per i soldi è disposto a far veramente tutto o quasi, sino a un certo limite. Ne La mazzetta è appunto la scoperta di questo limite, l'immissione di un’improvvisa anticonformistica moralità individuale nella conformistica amoralità di massa, Ma quella prima avventura appare all'acqua di rose in confronto a questa seconda, Uomo di conseguenza, ben più scabrosa e tenebrosa, e, ovviamente, pericolosa, perché Attilio Veraldl va avanti per la sua strada di narratore crudele, di affiliato napoletano all’hard-boiled-school, alla scuola dei duri californiana al romanzo d'azione per eccellenza. “Ammacchiarsi in questa città è facile finché si ha il rispetto degli uomini di conseguenza. Si fa una vita normale e non clandestina e ci si muove liberamente. Persino gli informatori arrivano in ritardo. Se però quel rispetto viene meno è finita..." dice Sasà Iovine in una pagina di Uomo di conseguenza, e parla di un altro in angustie, ma potrebbe parlare di sé, perché lui non è capace di ammacchiarsi in attesa di giorni migliori, la sua stessa natura lo porta verso i guai e il suo stesso talento lo spinge a passarli, a superarli, a lasciarseli alle spalle per correre incontro, trafelato, ansimante, convinto di stare eternamente per cedere, a nuovi guai. La richiesta di prestare il proprio nome per un traffico non molto corretto di quadri e valuta è subito seguita da minacce di pistole e lampi e tuoni di spari. Poi tutto precipita in Uomo di conseguenza. Guai su guai, una settimana di passione tra agguati e delitti misteri e passioni proibite, ma Sasà Iovine smentisce puntualmente la propria convinzione, non cede mai, continua a correre, a infognarsi, a sfidare uomini di conseguenza o di inconseguenza. Attilio Veraldi non gli risparmia una botta in testa che sia una botta in testa, una jattura che sia una jattura. Ma è Sasà Iovine a trascinare il suo creatore in peripezie sempre più ardue. In Uomo di conseguenza è addirittura narrato l'incontro con la tragedia greca versione viennese, tutto ovviamente alla napoletana. Come sarebbe a dire? Non mi è consentito raccontarvi il libro prima che lo leggiate. Un poco di pazienza. Ogni cosa a tempo e luogo. Cominciate a leggere questa seconda avventura di Sasà Iovine, questo secondo romanzo di Attilio Veraldi, un napoletano che, prima di occuparsi della propria città, ha vissuto a Port of Spain, Trinidad, Rio de Janeiro, San Francisco, San Miguel de Allende, Messico, e che, prima di mettersi a scrivere un romanzo d’azione, ha tradotto, ricreandoli in italiano, i più grandi autori del romanzo d‘azione d'oltreoceano, da Dashiell Hammet a Raymond Chandler. Leggete Uomo di conseguenza. Poi mi direte. Oreste del Buono
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