L'Io, l'Eternità, Dio. Spesso la letteratura fantastica si avvicina a questi temi, talvolta li sfiora, talvolta li affronta direttamente, come nelle storie di questo numero, con approcci e concezioni differenti e contrastanti. Il racconto di apertura di questo numero ci narra un inconsueto confronto tra un Papa e un vampiro di alto rango. Ilettori amanti dell horror avranno notato come negli ultimi anni gran parte dei vampiri, specialmente quelli cìnematografìci e televìsìvi, non vengono più tanto disturbati dai simboli religiosi. Un elemento fondamentale della leggenda del vampiro, che sottolinea la natura impura e totalmente malvagia del Nosferatu, nella più recente contemporaneità è passato in secondo piano e l'anima perfida dell'flraldo della Notte per eccellenza non é piú toccata dal-Potere della religione. Potrebbe esserci una ragione legata alla volontà commerciale degli sceneggiatori e degli autori di non tirare in ballo religioni co- nosciute. nessuno si offende e si vende meglio il prodotto. Del resto persino ai dungeon masters dei tute games i manuali di gioco consigliano sin dagli anni'80 di non citare nelle partite le religioni conosciute e semmai di inventarne di nuove. Ma l'inefficacia della croce contro il vampiro implica un messaggio evidente: che il male insito nel vampiro è più forte del bene rappresentato dalla croce. E la cosa veramente interessante è chiedersi perché questa inutilità della croce venga percepita oggi come del tutto naturale. Forse perché lo stile di vita dei vampiri rappresenta - la realizzazione del desiderio inconfessabile della società dell'egocentrismo e dei consumi contemporanea: rimanere per sempre giovani, con facile accesso ad ogni ricchezza, dediti ad ogni piacere anche se per questo occorre arrivare alla manipolazione degli altri fino a nutrirsi di loro, senza curarsi del dolore che si provoca. Il vampiro oggi non è più un demone; è un vincente.
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