Un romanzo privo di pause, denso e concreto come un hard-boiled di Dashiell Hammett ma scritto con la raffinatezza di Graham Greene, da cui Claude Miller ha tratto il film Mia dolce assassina, con Isabelle Adjani e Michel Serrault. L'autore, un grande del noir americano, ha riassunto così L'occhio che guarda: "È la storia di Dio che, caduto in disgrazia, diventa un investigatore privato alla ricerca di sua figlia e alla riconquista dello stato di grazia...". L'Occhio, tormentato dal desiderio di ritrovare la figlia mai conosciuta, o almeno di riconoscerne il volto nella vecchia foto di una scolaresca che sua moglie gli ha inviato con un gesto di pura crudeltà, rincorre invano una redenzione all'interno della propria mente, cerca di ingannare la propria ossessione trasponendola nella concretezza prosaica e stordente di uno spostamento continuo attraverso il territorio, all'inseguimento di una donna che calamita i suoi pensieri. Lui è un investigatore privato, lei un'assassina. Il desiderio trasforma l'inseguimento in un perverso gioco di morte che semina di cadaveri il loro viaggio attraverso l'America. Un racconto incalzante, passionale, onirico, disseminato di labirinti mentali che si rispecchiano uno nell'altro con atroce simmetria.
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