All'epoca della corsa allo spazio, nel periodo in cui gli americani mandavano in orbita navicelle con equipaggi a bordo, il giovane russo Omon Ra — il cui nome è formato dalla sigla delle forze speciali di polizia, Omon, e da Ra, la divinità solare egizia — è ossessionato dall'ambizione di diventare cosmonauta. Questa aspirazione lo porta a iscriversi alla scuola segreta di addestramento al volo spaziale del KGB, dove verrà a sapere di essere destinato a una missione suicida sulla Luna, concepita per non far capire agli occidentali che l'URSS non ha né i soldi per inviare mezzi automatizzati né la tecnologia per far tornare delle navicelle con equipaggio umano. Ricco di eventi stralunati o macabri come l'amputazione delle gambe ai cadetti militari (per far sì che anch'essi possano diventare «veri eroi sovietici») e di personaggi irresistibili (memorabile è un ambiguo colonnello, cieco e costretto su una sedia a rotelle: una via di mezzo tra il classico genio del male e il vecchio zio che svela delle verità nascoste a Omon), Omon Ra è un romanzo fantastico, in cui si fondono gli elementi più disparati: situazioni grottesche, realismo magico, surreali meditazioni misticheggianti, deliri ideologici e tecnologici. Al tempo stesso, è una feroce e sovversiva satira dell'Unione Sovietica, che diventa anche occasione per Pelevin di raccontare, con commovente semplicità e ispirata partecipazione, il valore della vita umana di fronte all'inevitabile morte e la passione vitale che può essere evocata dalla bellezza della terra e del cielo.
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