Con un gioco estroso Charlie Chaplin definì il francese Cami «les plus grand humoriste in the world». Dei suoi racconti in forma «teatrale», surreali e assurdisti, se ne raccolgono in questo libro quattordici. Il loro bersaglio è una certa fiducia nell'ordine e nella regolarità del mondo, e nella sua perfetta comprensibilità: una fede che quando Cami scriveva, a inizi di secolo, declinava, o era in rotta, e che popolarmente, aveva mitico rappresentante in Sherlock Holmes. Lufock Holmes, grottesco dell'«investigatore deduttivo», crede tanto nel ragionamento e nel potere delle parole, e nella logica stabilita che ne deriva, che logica, parole e ragionamenti gli esplodono tra le mani, con fragore, per la forza interna della loro compressa ambiguità. E una specie di suspense si crea nella ripida attesa dello scoppio, al punto che tra il «voilà!» e il «SIPARIO» con cui si chiude ciascun racconto, verrebbe di aggiungere un «(risate)».
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