La stella rossa. Romanzo-utopia è del 1906: uno sconfitto della rivoluzione si reca, grazie a un prodigio della scienza, su Marte dove da secoli un socialismo «tecnologico» rende felice la vita sociale. Cronache marziane all'origine della fantascienza sociologica del Novecento, con una patina di ottimismo sfagliata appena da una traccia di dubbio, da una punta scettica e malinconica in cui potrebbe prefigurarsi l'ombra dell'antiutopia di Orwell e Zamjatin. Oppure in cui potrebbe prefigurarsi un'altra preoccupazione: che la vera catastrofe sia che non ci sarà catastrofe, che il futuro non sarà che un presente un poco diverso, facendo del balsamo dell'utopia una ingenua futilità.
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