I personaggi e le situazioni di questo romanzo, il secondo di una serie (un collaterale e non un seguito di Justine), sono interamente fantastici, così come lo è la persona del narratore. Né la città potrebbe essere meno irreale. La letteratura moderna non ci offre nessuna Unità: mi sono dunque rivolto alla scienza nel tentativo di completare un romanzo a quattro strati che per la forma si basi sugli enunciati della relatività. Tre misure di spazio e una di tempo costituiscono gli ingredienti della miscela per cucinare un continuum. I quattro romanzi si attengono alla ricetta. Le prime tre parti, tuttavia, effettueranno il loro spiegamento in senso spaziale (di qui l'uso di « collaterale » e non « seguito ») senza essere collegate tra loro in forma continuativa. Si accavallano, s'intrecciano secondo un rapporto puramente spaziale. Il tempo è fermato. Solo la quarta parte lo rappresenta e costituirà un vero e proprio seguito. II rapporto soggetto-oggetto è di tale importanza per la relatività, che ho cercato di dirigere il mio romanzo per i modi sia soggettivo sia obbiettivo. Mount-Olive, la terza parte, è un romanzo interamente naturalistico in cui il narratore di Justine e di Balthazar diviene oggetto, cioè personaggio.
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