Alessandria d'Egitto, mitico crogiolo di razze e di linguaggi, brulicante di prostitute, ragazzi di piacere e mendicanti, porto di mare odoroso e corrotto, domina questo romanzo in cui si celebra l'amore. Quattro figure sono prese in un viluppo di passioni. L'io narrante, uno scrittore inglese di raffinata sensibilità, che nell'humus alessandrino affonda le radici. Justine, colta e aristocratica ebrea, cultrice del piacere e arrogante, vera figlia della città levantina. Nessim, il marito di Justine, ricco oltre misura, principesco, cui tuttavia ripugna la vista del denaro. Melissa, fragile danzatrice greca, con cui convive lo scrittore. Un dedalo di sentimenti avvicina e mescola i molti attori, adepti d'ogni setta e credo, cultori della Cabala. Durrell ci dà un romanzo a più strati: libro di memoria e racconto serrato, capace di cogliere il reale da una prospettiva pluridimensionale attraverso una visione prismatica e una tavolozza di colori dalle infinite tonalità.
|