Quando Un'odissea marziana dello sconosciuto Stanley G. Weinbaum apparve nel numero del luglio 1934 di Wonder Stories, fu presentato con queste parole:"Questo autore ha scritto una storia di fantascienza tanto nuova e fresca da spiccare nettamente al di sopra di tutti i racconti di questo genere". Qualche tempo dopo, H.P. Lovecraft scriveva: «Ho notato con piacere che almeno qualcuno eL8; riuscito a sfuggire alla rivoltante banalitaL8; in cui eL8; avvolta la maggior parte delle storie interplanetarie pubblicate nei pulp. Qui c'eL8; una persona in grado di pensare a un altro pianeta in termini diversi da monarchi antropomorfi e belle principesse... Egli sa immaginare situazioni, psicologie ed entitaL8; totalmente aliene, escogitare eventi coerenti prodotti da motivi del tutto alieni ed evitare i melodrammi di bassa lega in cui sguazzano tutti gli scrittori di avventure pulp. Il suo tocco leggero non diminuisce l'interesse delle storie, mentre una "suspence" genuina viene assicurata senza i trucchetti da quattro soldi adoperati dalla maggioranza degli autori."».
|