La quattordicenne Laura cerca in ogni modo di salvare il fratellino dalla possessione del malvagio spirito di un morto, che "succhia" al bimbo l'energia vitale. L'impotenza dei medici "positivisti" la fa decidere a tramutarsi in strega, per combattere ad armi pari il nemico. È una curiosa storia questa, che adotta i modi di un tipico racconto dell'orrore, e dove la scrittrice neozelandese manifesta una buona capacità di evocare con la scrittura ciò che al cinema viene affidato a ormai sofisticatissimi effetti speciali: lemuri dalle ambigue sembianze umane, possessioni ed esorcismi, orride metamorfosi, e infine un complicatissimo rito di passaggio che prende la forma di viaggio onirico, dentro e fuori di sé. Tuttavia, l'iniziazione alle pratiche magiche avviene grazie agli uffici di un ambiguo e seduttivo ragazzo-strega, cosicché, dissipato l'incubo, l'unico effetto visibile della metamorfosi è un'accresciuta sensualità della ragazza, che non considera più le avventure sentimentali della madre come una minaccia all'integrità degli affetti familiari, n‚ appare più insensibile alle sollecitazioni dell'altro sesso.
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