Lewis B. Patten è ormai troppo noto in Italia per spendere altre parole a presentarlo. Si può aggiungere solo questo particolare a quanto già si sa del suo modo di scrivere: di recente, in più di un titolo apparso negli ultimi due anni, il suo interesse si è rivolto in special modo agli indiani, che, al contrario di quanto accadeva in passato, Patten descrive con occhio umano e comprensivo, approfondendone i problemi. Ricordiamo, ad esempio, il comportamento leale e generoso di Geronimo in La vedova e Geronimo. Anche il presente romanzo rientra in questo nuovo genere di narrativa western. Eccone in breve il soggetto. Custer era morto, ma il famoso Settimo Cavalleggeri era stato ricostituito e si organizzava con lo scopo di vendicare I'« onta subita » a Little Big Horn. Sebbene suo padre fosse un mezzosangue cheyenne e la madre una sioux, Will Jordanais aveva vissuto i suoi diciannove anni come un uomo bianco. Ora, nell'autunno del 1890, ingannati, umiliati e affamati, i sioux stavano per riprendere il sentiero di guerra, e a Will toccava prendere la più ardua decisione della sua vita...
|