Con i racconti di questo terzo volume si entra nella fase più affascinante della narrativa di Philip K. Dick, quella collocabile alla fine degli anni Cinquanta, durante la quale l'autore comincia a delineare con precisione la tematica della realtà vista come un gigantesco inganno in cui per l'uomo diviene sempre più difficile distinguere le persone "reali" dai simulacri e dalle contraffazioni prodotte in serie. Una magistrale raffigurazione di una società del futuro ogni giorno più schizofrenica e divisa, in cui l'umanità sente imperiosamente il bisogno di prendere le distanze da sè stessa, intenta ad assimilare rappresentazioni fittizie invece di esperienze genuine. In questi scritti Philip K. Dick si rivela come anticipatore delle tematiche della fantascienza, nelle sue visioni folgoranti e ancora incredibilmente attuali.
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