Il mondo dei mercenari, la loro mentalità, le loro psicologie irregolari, i legami corporativi che li tengono avvinti l'uno all'altro o l'odio esasperato e feroce che li separa e li contrappone come nemici irriducibili. Questi i motivi predominanti de « I mastini della guerra », il terzo romanzo di Frederick Forsyth, un'opera che riconferma le doti di questo grande autore di best-sellers. Vissuto per qualche tempo nel Biafra, Forsyth ha avuto modo di conoscere profondamente l'ambiente degli ufficiali e dei soldati mercenari. Il suo racconto ha quindi tutte le carte in regola per risultare una tra le storie più avvincenti e attendibili sulla vita e le imprese di questa gente. È inoltre una radiografia delle trame segrete che coinvolgono alta finanza europea, banche e trafficanti di armi internazionali. La vicenda ha come perno un colpo di Stato in Africa: la scoperta di un vasto giacimento di platino nello Zangaro, piccola repubblica della costa africana, retta da un tiranno sanguinario alla Caligola, fa scattare le macchinazioni di un grosso azionista di una società mineraria londinese. Il compito di eliminare il tiranno e di impossessarsi del giacimento viene affidato a « Gatto »
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