L'incubo sul fondo I romanzi di Wiliam F. Jenkins, alias Murray Leinster, promettono fin dal titolo fantascienza, tutta fantascienza, niente altro che fantascienza. E chi ne ha letto anche uno solo (dei diciotto pubblicati in Urania dal n. 1 a oggi) sa che cosa significa per questo scrittore mantenere una promessa così allettante. Leinster non si ingombra di alti significati filosofici, non teorizza, non predica, non profetizza, non si impegna per nessuna buona o cattiva causa presente o futura. Leinster va dritto al suo scopo, che è di sbattere subito e con tutta naturalezza i suoi personaggi nella più fantastica, mostruosa, allucinante delle situazioni, per poi lasciarli lì a sbrogliarsi realisticamente da soli contro, per esempio, la cieca violenza di un nemico alieno che si annida nel fondo del Pacifico… Ombre sulla luna Pioniere dell'astronautica oltre che romanziere, Clarke scrisse questo classico della "fs lunare" molto prima che il video ci familiarizzasse con gli uomini in tuta e i "moduli" che atterrano e ripartono dal nostro satellite. Ma l'anticipazione, in Ombre sulla Luna, va molto più lontano delle "missioni Apollo". Con un salto di due secoli nel futuro il romanzo precorre i tempi in cui i pianeti del sistema solare, tutti colonizzati, formeranno una federazione indipendente dalla Terra, e la Terra non li vedrà di buon occhio, e la Luna si troverà presa fra due fuochi: oggetto di un'altra gara spaziale, di un'altra corsa alla conquista, di altre -e ben più pericolose- "missioni". Gli orrori di Omega Omega è un pianeta-penitenziario. I ribelli, i refrattari, i criminali, i non-conformisti, tutti coloro che sulla Terra disturbano l'equilibrio della società, vengono spediti su Omega e qui lasciati in piena libertà. Nessuna prigione, niente celle, sbarre, carcerieri. Si fa in modo che i galeotti non possano mai abbandonare il pianeta: per il resto, si regoleranno a loro piacere. Ma quali regole possono evolversi in un mondo del genere? Sheckley, il più swiftiano degli scrittori di fantascienza, s'è qui sbizzarrito nei suoi pirotecnici capovolgimenti, nel suo lampeggiante gioco di specchi, e ci ha dato una favola «morale» in bilico tra l'incubo e la beffa, tra la sferzata satirica e le peripezie a rottadicollo. L'uomo stocastico Stocastico: voce dotta, dal greco stochastikos, congetturale, dovuto al caso, aleatorio. Questo dice il dizionario. Ma Robert Silverberg dice di più. Dice che uno specialista di indagini conoscitive e di statistiche previsionali, un professionista della congettura, un mago del calcolo delle probabilità, può tutto a un tratto scoprire la vera natura del suo talento. E questo talento non ha niente a che fare con la scienza dei numeri, col buon senso, con il fiuto commerciale e politico. E' un dono naturale che, coltivato opportunamente, permette all'uomo stocastico di vedere, come in una sfera di cristallo, il futuro. Chi vincerà la terza corsa all'ippodromo? Chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti? Come e quando arriverà la nostra morte? Mai come in questo romanzo l'antico sogno dell'umanità è stato presentato con tanta acutezza psicologica, con un così vivo senso di ciò che potrebbe essere, in concreto, la vita di un autentico veggente.
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