Ed egli maledisse lo scandalo Definire insolito un romanzo di fantascienza, e raccomandarlo come tale ai lettori, può sembrare il colmo dell'ingenuità e del semplicismo. Eppure è proprio quest'aggettivo, insolito, che conviene prima di ogni altro al lungo e straordinario romanzo che presentiamo in questo numero: insolito per l'intreccio, d'una semplicità e nello stesso tempo di una sapienza unica nel dosaggio e nella progressione dei colpi di scena; insolito per l'acutezza dell'osservazione psicologica, superiore non solo a quella della fantascienza media, ma perfino a quella di uno specialista del mordente come il bravissimo Robert Sheckley; insolito per la raffinatezza della scrittura, e per l'incredibile spigliatezza con cui affronta le situazioni sociologiche più sbalorditive, traendone effetti di un irresistibile realismo; insolito per un umorismo che, senza nuocere alla drammaticità della narrazione, arriva facilmente e senza parere a vette di alta letteratura; insolito infine e soprattutto, per una carica fantastica che lo qualifica ancora oggi, a nostro avviso, come uno dei più nutriti e divertenti fra tutti i romanzi di fantascienza e non di fantascienza, tradotti in Italia. Colui che sussurrava nel buio In una collana di classici della fantascienza, classicissimo si deve definire H.P. Lovecraft, figlio diretto di Poe e padre a sua volta della grande famiglia, soprannaturale ed extraterrestre che si è felicemente propagata nella letteratura, nel cinema, nei fumetti, nei telefilm d'oggi. Fu questo solitario e geniale scrittore, morto quasi sconosciuto nel 1937, a ricuperare le sinistre atmosfere e i foschi paesaggi del romanzo "gotico', a reintrodurre nel razionale mondo moderno i brividi di orrore e gli urli di raccapriccio che solo l'ignoto può dare. Poeta di "presenze" incombenti e indicibili, preciso descrittore dei mostri subumani e sovraumani, cronista di fatti allucinanti, svelatore di miti e misteri ancestrali, Lovecraft ha finito per acquistare con gli anni la statura di un vero e proprio "maestro". Il figlio della notte Una spedizione archeologica americana torna dall'Asia con un sarcofago che viene guardato a vista giorno e notte. A nessuno è permesso avvicinarsi, salvo che agli "addetti ai lavori". I suoi misteriosi geroglifici sono la testimonianza di una guerra combattuta in tempi remotissimi tra gli uomini e la razza estinta dei mannari. Ma è veramente estinta, questa razza? Non c'è il caso che tra i curiosi, i giornalisti, gli scienziati che tentano di vedere il sarcofago, si nascondano i discendenti dei nostri più implacabili nemici? L'uomo dei giochi a premio Da due anni, tutte le mattine, Ragle Gumm raccoglie il giornale davanti alla porta di casa; e da due anni, tutte le sere, spedisce la soluzione degli oscuri giochi matematici a premio che il giornale propone quotidianamente. Non sbaglia mai. Vince sempre. E così che si guadagna da vivere. "Non è un lavoro da uomo" dice suo cognato Vic, impiegato in un supermarket. E c'è anche un nipote, Sammy, il tipico ragazzino americano. Ci sono il signor e la signora Blaek, della villetta accanto, non meno tipici, non meno normali. Tutto, intorno a Ragle Gumm, e così comune, tranquillo, piuttosto monotono. La sola cosa strana è che Gumm non pensi a sfruttare su altri piani la sua infallibilità matematica. 0 forse qualcun altro ci ha già pensato per lui?
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