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Classici Urania Cofanetti - Mondadori

 
 
Codice:77046      
 
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Media: 8.00
 
N. Volume:   11
Titolo:   Il segno della doppia ascia - L'occhio nel cielo - Pianeta difficile - Il giorno dei trifidi
Autore:   Margaret St. CLAIR (ps. di Margaret SAINT CLAIR), Philip K. DICK (ps. di Philip Kindred DICK), Algis BUDRYS (ps. di Algirdas Jonas BUDRYS) e John WYNDHAM (ps. di John Wyndham Beynon HARRIS)
 
Data Pubbl.:   1982 ISBN:    00224529
Titolo e/o Data Orig.:  
Note:   Raccolta dei numeri 41-42-43-44 riprezzati
 
Genere:   Libri->Fantascienza
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura con cofanetto
Tipologia:   Principali Dimensioni:   112 x 187
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:  
 
 
  Ultima modifica scheda: bibliotecario 28/10/2018-17:08:08
 
   
 

 
 
Il segno della doppia ascia
Montagne di cadaveri chiusi in sacchi di plastica, superstiti che stanno alla larga l'uno dall'altro, profondissime caverne piene di viveri in scatola;
eppure questo non è un romanzo sulle conseguenze della guerra atomica. E' la storia di un uomo che si crede qualsiasi e che scopre a un tratto di essere
molto importante. Ma che cosa si vuole da lui? Chi sono i suoi misteriosi amici? E i suoi nemici? Di livello in livello, attraverso una stupefacente
"discesa agli inferi" che gioca sul doppio quadro di fantascienza e fantasy, si compie a poco a poco il destino del protagonista, e si conclude quella
che è forse una delle più insolite trame del genere.

L'occhio nel cielo
E' di moda, da qualche anno, il cosiddetto problema dell'alienazione. Molta gente si sente, o dice di sentirsi, a disagio nel proprio mondo, estranea,
tagliata fuori; peggio ancora, ha l'impressione di essere manipolata, usata come un oggetto, ridotta a passivo strumento in un gioco maligno e
incomprensibile. A quanti soffrono di tali afflizioni, vere o immaginarie, consigliamo la lettura di questo libro, dove in seguito a un incidente
scientifico, otto persone diversissime (un negro, una zitella, un vecchio militare, un ingegnere con la moglie, un poliziotto, ecc.) si trovano a vivere
in un mondo che non ha grottescamente più nulla a che fare con quello conosciuto da loro. C'è chi cerca di adattarsi, e chi cerca di uscirne. Ma solo
per entrare in un altro mondo, completamente diverso dal primo, e altrettanto pazzesco. E cosi di seguito, in un crescendo di alienazioni, una più
sbalorditiva, pericolosa e assoluta dell'altra, vicino alle quali la nostra pur deplorevole società sembrerà poco meno che un paradiso.

Pianeta difficile
La mia società si è resa conto, dice il rappresentante della ditta Doncaster al principio di questo romanzo, che la vita moderna è particolarmente
logorante per un certo tipo di persone. E si è quindi specializzata in... in che cosa? Non in ciò che il lettore italiano potrebbe credere, dato che
siamo a New York nel 2197, e ormai, contro il logorio della vita moderna, c'è poco da fare: neanche il carciofo basta più. La ditta Doncaster ha dunque
scelto un'altra strada: quando un uomo d'affari si sente così logoro da non poter più risolvere le sue difficoltà, non ha che da rivolgersi direttamente
a lei. La Doncaster offre sempre una via d'uscita, una soluzione moIto ingegnosa che non lascia tracce nè strascichi sulla Terra. Certo il prezzo è un
po' alto, ma nessuno dei clienti che si sono serviti della Doncaster è mai tornato a reclamare. Mai.

Il giorno dei trifidi
Ciò che soprattutto colpisce di questo romanzo ricchissimo, è che gli anni sembrano renderlo sempre più plausibile, sempre più vicino alla nostra
realtà. Pubblicato per la prima volta a puntate nel 1951 sulla rivista americana Collier's (periodico di varietà con vari milioni di lettori) II giorno
dei Trifidi fu un trionfo istantaneo, la prima affermazione "di massa" della fantascienza moderna, dopo Verne e H.G. Wells. Da allora, non ha fatto che
crescere, in ogni senso. La conquista dello spazio è cosa fatta; le epidemie più o meno misteriose sono tra noi; il caos nelle città, I'impotenza dei
poteri militari e civili, la disgregazione sociale, sono alle nostre porte. II mondo impazzito di terrore che poi si riassesta su spietate basi
medioevali, non è più per noi una fantasia remota e impossibile. E chissà che un giorno non lontanissimo anche i Trifidi, questo mobile flagello
vegetale, cosi innocuo nell'aspetto e cosi feroce nelle abitudini, non cominci a dondolare nei nostri campi la sua frusta letale.