"Alexander si avvicinò lentamente alla vasca, completamente inguantato dalla tuta nera sembrava essere uscito da un vecchio film. Si fermò a contemplare la meraviglia della tecnica che quell’oggetto rappresentava, una sorta d’evoluzione che gli avrebbe permesso di raggiungere il punto zero. La luce nella sala assunse una sfumatura di blu abbastanza acceso che s’incupì parecchio quando i motori entrarono in funzione per sollevare la struttura che si dispose quasi verticalmente. Quando l’oblò centrale si aprì il tenore delle luci diminuì drasticamente, come se l’operazione avesse bisogno di un quantitativo di energia superiore al necessario e rubasse all’ambiente circostante quello che poteva per compiere il lavoro. Alexander ormai aveva imparato che il continuo mutamento della sala era solo opera sua, l’ambiente reagiva ad ogni suo stimolo, assecondando con i colori ogni suo stato d’animo. Era ormai abituato a quel variare ma, come era accaduto la prima volta, quando il mente nera fece il suo ingresso, l’ambiente virò bruscamente su una tonalità cupa che rasentava il viola."
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