"Il Maestro e Margherita" ha rivelato uno scrittore degno della grande tradizione del romanzo russo. A Mosca, negli anni trenta, giunge Satana in persona, sotto le spoglie di un esperto di magia nera, e accende una girandola di tragicomici imprevisti, con cui Bulgakov (1891 - 1940) si prende una esilarante vendetta postuma sulle "anime morte" del suo tempo. Filosofico e fantastico, lirico e bilioso, il romanzo intreccia su diversi piani narrativi una complessa tematica. "Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione". Così Eugenio Montale accoglieva nel 1967 il romanzo postumo che consacrava di colpo Bulgakov, fino ad allora sconosciuto, tra i grandi scrittori russi del Novecento, e forniva un quadro indimenticabile della Russia di Stalin.
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