"Tre delitti per Sarah". Tre storie classiche, riproposte in edizione integrale e rimodernata, della veterana nonchè regina del mystery americano "English style". Le storie sono, in ordine cronologico: "La stanza n. 18", "L'elefante di giada" e "La trappola". Una trilogia che per gli appassionati del genere non avrebbe bisogno di presentazione, né di commenti. Protagonista assoluta: Sarah Keate, infermiera di professione, detective per hobby, per curiosità, per istinto e per un incontrollabile penchant per il pettegolezzo. La chioma fiammeggiante e ribelle sotto la inamidata cuffietta bianca, il naso adunco, occhi che tutto vedono, orecchie che tutto sentono, cervello che tutto memorizza e analizza come un computer, Sarah è affiancata, in tutte le sue avventure, dal giovane funzionario di polizia Lance O'Leary. Anzi, è O'Leary che svolge le indagini affiancato da Sarah, della quale si serve per ricostruire il mosaico del crimine. Le situazioni proposte in questi tre romanzi rientrano nella più rigida tradizione della detective story di marca britannica. La costruzione dell'enigma è impeccabile. Ma la Eberhart è maestra soprattutto dell'ambientazione. Le atmosfere cupe, pesanti, a volte agghiaccianti, sono rese con molta efficacia, con calibrati tocchi gotico-romantici che aggiungono mistero, fascino e soprattutto letterarietà
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