Scritto fra venticinque anni, nel 2015, il romanzo racconta la fine, repentina e cruenta, del cristianesimo nella nostra civiltà, avvenuta vent'anni prima, cioè nel 1994. Immaginato nel futuro per capire il presente, questo romanzo non è soltanto il quadro grottesco e potente di un mondo religioso e politico che cerca di occultare la sua crisi trasformandola in spettacolo; ma è anche la storia conturbante di esistenze tormentate dal dubbio, di amori crudeli e incrociati, di interrogazioni sulla preistoria e sul cosmo, di violenze nascoste o palesi, di erotismi freddi e alienati. Ed è anche la cronaca iperrealistica dei nostri anni, come, per esempio, i viaggi ecumenici del Papa al Meeting riminese di Comuninione e Liberazione, con una galleria di personaggi contemporanei tutti indicati con il loro nome e cognome, da Spadolini a Barbiellini Amidei, da Scalfari a De Benedetti, da Ida Magli a Bretelle Rosse. Il linguaggio di Parazzoli, in questo suo sconcertante, imprevedibile romanzo, ha acuminato la lama della satira e della provocazione, con una incisività e un pathos che prendono fin dall'inizio il lettore. E il coraggio che mostra sino alla fine è di ricorrere alla fantasia per rappresentare "alla lettera" il romanzo incredibile ed evidente dell'epoca che viviamo.
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