Supponiamo che questo romanzo racconti la storia di una famiglia altoborghese coinvolta in un sanguinoso enigma tra Natale e Capodanno. Oppure supponiamo che narri le vicende amorose di uno sceneggiatore e di un laureando in storia dell'arte, di una bella ragazza alle prese con un marito distratto e di un amante molto attento, di una sofisticata signora che ha rinunciato a - quasi - tutto per tenersi un uomo che era il fratello di quello che ha sposato ( e di un'altra altrettanto sofisticata signora che vive da più di trent'anni in bilico tra sogno e rimpianto). Supponiamo altresì che il plot veda dipanarsi una rischiosa storia di tangenti che ruota intorno a una lussuosa clinica e una solidissima società per azioni. Potremmo supporre inoltre che il romanzo sia un delizioso affresco - quasi un affettuoso pettegolezzo - su una certa provincia italiana lenta e grassa, oppure un certo mondo fatto di scintillanti casinò, piacevoli Boulevard, famosi ristoranti e meravigliose ville tra Nizza e Cap ferrat. Ma anche si suppone che sveli i segreti di certe madamazze, inscure e presenzialiste, di certi goffi impiegati, di certi fidatissimi domestici, di certe gustose ricette di cucina. Ma non solo. E se fosse la storia di un efferato - o più d'uno - omicidio? O quella di come ci si veste per un importante concerto a ci segue il ricevimento più chic della stagione? O la trama di un film in bianco e nero con la Cardinale e Jean Sorel? O una tragedia greca - pervasa di insopportabile crudeltà - tarsposta lì per lì in provincia di Cuneo? Mah! Certo che in queste strepitose 432 pagine ce n'è per tutti: giallisti esigenti, amanti delle saghe - e delle faide - di famiglia, musicologi dal palato difficile, eleganti signore magari sotto l'ombrellone che, a forza di supposizioni arriveranno all'ultima pagina con il fiato in gola, magari ridendo, magari un po' meno. Supponiamo.
|