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I Delfini - Bompiani - Prima Serie

 
 
Codice:62284      
 
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N. Volume:   227
Titolo:   Il monaco
Autore:   M. G. LEWIS (ps. di Matthew Gregory LEWIS) e Antonin ARTAUD
 
Data Pubbl.:   20 Gennaio 1967 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   Le Moine, 1931 [The Monk: a Romance, 1796]
Note:   tradotto dal francese dalla versione riveduta e ridotta by Antonin Artaud
 
Genere:   Libri->Horror
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:  
Tipologia:   Principali Dimensioni:  
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:  
 
 
  Ultima modifica scheda: Mr.Chicago 06/11/2020-13:42:45
 
   
 

 
 
Questo libro fantastico, divertente e orripilante fu scritto nel 1794 in tre settimane dal suo autore ventenne, che si annoiava nella legazione inglese dell' Aja. Al suo apparire, Il monaco urtò profondamente i tutori ufficiali della morale, tanto che poi rimase lettura clandestina per forse cent' anni e fu definito da Lord Byron: " La quintessenza delle idee di un depravato all' ultimo stadio". In verità si tratta di un capolavoro dove Lewis ha fissato una volta per tutte i principali simboli della letteratura macabra e ne ha chiarito il principale significato, che sta nel sostituire il terrore all' amore come tema centrale della narrazione. Da un lato c'è la vittima, la fanciulla che fugge e che rappresenta la sradicata anima dell' artista, lo spirito ell' uomo che ha perso la sua patria morale; dall' altra c'è il suo persecutore, gli occhi ardenti di furore represso, la mente ossessionata da bestemmie indicibili ( antenato di Ahab di Moby Dick di Heathcliffe di Cime tempestose e di mille altri " divini nemici di Dio "), che viene proposto come un secondo simbolo dell' alienazione, gemello a quello della fanciulla inseguita, carceriere non meno solitario della sua prigioniera. Lewis scrisse questo romanzo con la speranza di ottenere un grosso successo commerciale e con uno scopo più consapevole e rispettabile: scuotere i filistei dal loro torpore soddisfatto di sè. èpater la bourgeoisie, ecco lo slogan segreto dei racconti del terrore, che rimane ai nostri giorni uno slogan non tanto segreto di molta letteratura colta. Quando i beatniks emergono dai loro covi, barbuti, con gli occhialoni neri e un nocchieruto bastone in mano per beffare la " gente quadrata" di San Francisco, con il mostruoso disordine di vita da loro ideato e visuto essi giocano all' ultima versione del gioco inventato da " Monk " Lewis
Leslie Fiedler