Norma Restarik, la “ragazza che non esclude di aver commesso un assassinio” è al centro del nuovo, esasperante mistero che impegna Hercule Poirot, coadiuvato questa volta da una vecchia amica, la scrittrice di gialli Ariadne Oliver, un noto personaggio della Christie, scanzonatamente autobiografico. La grande trovata di “Sono un assassina?”, così anticonvenzionale da risultare addirittura rischiosa, consiste nel fatto che la storia si dipana fin oltre l’ottanta per cento del suo svolgimento e ancora non ci sono cadaveri… Niente altro che i vaghi discorsi autoaccusatori di Norma Restarik che, contrariamente a quanto accade alle vittime designate nel giallo classico, incolpate e incapace a discolparsi, si incolpa da sé ma non è assolutamente in grado difornire prova del proprio crimine e neppure l’identità della pretesa vittima. Per risolvere questo sconcertante “puzzle” l’omino dalla testa a uovo, da baffi spettacolari e dalle famose cellule grigie, insieme alla sua impareggiabile amica Ariadne deve tuffarsi a capofitto nel turbinoso mondo della gioventù londinese degli anni sessanta, descritto con quell’ironico e delicato senso dell’umorismo che è una delle caratteristiche più godibili dello stile della Christie.
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