Notizie dal mondo virtuale, molto prima di Second Life. 1992: Neal Stephenson pubblica Snow Crash e diventa il profeta indiscusso di un futuro che è già presente. Termini come Metaverso e avatar non sono più prerogativa dei cultori di fantascienza, ma entrano a far parte di un linguaggio che oggi è condiviso da milioni di “naviganti” in rete e utenti di Second Life. Tra di essi, tanti si sentiranno simili a Hiro Protagonist, il personaggio principale del romanzo, fattorino per CosaNostra Pizza nella Realtà e principe del katana nel Metaverso. Come lui, se la Realtà lascia poco spazio alla speranza e all’individualità, molti potrebbero scegliere di vivere nel Metaverso, un universo generato al computer dove la libertà è limitata dalla sola immaginazione. Ma anche nel Metaverso tutto può accadere e, come in un vero e proprio thriller, ecco che Snow Crash, un virus letale che colpisce la mente degli hacker, si diffonde con la rapidità di un contagio virtuale. In un paese che è divenuto un allucinato mosaico di macerie, scorie industriali, periferie postatomiche e paesaggi chimici, e in uno scenario dominato da multinazionali anarco-capitalistiche ed enclave in franchising che sostituiscono i governi nazionali ormai collassati, si snoda uno dei romanzi indubbiamente più evocativi degli ultimi anni, un vero e proprio tecno-giallo dell’età dell’informazione.
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