Come in un film fantapolitico di Edward Dmytrik, un giovane scienziato americano, John Ross, fa una scoperta di spaventosa, enorme importanza, che potrebbe rivoluzionare il sistema di sicurezza di tutte le nazioni. Ma la National Security, appena viene a sapere l'esito di tali studi, lo priva della sua libertà: cartelle, disegni e appunti sono bruscamente requisiti. Deluso e irritato, John Ross si lascia trarre in inganno da una spia russa che lo sequestra in uno sperduto castello nelle Highlands scozzesi. Tra i due si sviluppa uno strano rapporto; come nel capolavoro di Le Carré, La spia che venne dal freddo, anche qui s'intreccia, tra uno sfiduciato occidentalista e uno stanco sovietico, una lieve, autunnale sorta d'amicizia fondata sulla scoperta che le cose che si hanno in comune sono, sostanzialmente, più numerose di quelle che tendono a dividerci... Ma ecco che, poco dopo, scoppierà la «caccia all'uomo» tra gli agenti dei due servizi di spionaggio, e il suo epilogo recherà la strage. Professor Ross! è scritto con implacabile impegno, alternando studi psicologici di ambiente a situazioni di allucinante, rara tensione emotiva. Il sentimento polemico verso una società che svilisce i valori umani riducendoli a un calcolo di freddo e spietato interesse si rivela misurato, lasciato soltanto alle considerazioni personali che il lettore può trarre da questo incalzante, violento suspense.
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