"Può essere che la guglia tenebrosa si inoltri assolutamente senza limiti, e che a noi non sia dato distinguerla, per gli inadeguati mezzi ottici; certo, ove venisse accertato, o solo sospettato, che codesta notte penetri fino al centro dell'universo, lama sottile e coerente di tenebre nell'infinita gloria delle sue discontinue luci, l'immagine del mondo in cui crediamo di esistere verrebbe ad essere singolarmente mutata; si aggiunga questa altra annotazione, che pare fondata: che i vari segmenti della notte sostanziale sono abitati da esseri di cui nulla sappiamo, che ivi dimorano, così fatti in simpatia con codesta notte da poterla usare come posatoio, o forse dimora, nido, foresta, tana, anfratto, labirinto".
Per lunghi anni, mentre "le autorità politico-religiose" erano "riunite in conclave estetico, per decidere se la letteratura" fosse "fatua o semplicemente criminosa", Giorgio Manganelli esplorò instancabilmente quella che qui viene definita "sostanza notte" - da non confondere con la "notte accidentale" che tutti conosciamo, "cosa senza paragone diversa". Una notte integra e compatta, che ha "forma di parallelepipedo" e non si lascia "ledere"; una sostanza che, sebbene molti vi riconoscano un "muro di tenebre" e una "piaga senza storia" da abolire senza esitazione, pur sempre riesce ad attirare dentro di sé taluni che le si rivolgono nella speranza di poterla modificare. Costoro a volte finiscono addirittura per invaghirsene e infettarsene, fino a diventare "dei notturni periferici, inetti a vivere all'interno di quella notte compatta, e repugnanti a perdurare nel nostro mondo della notte accidentale". A questi esseri, fra i quali vanno annoverati molti dei suoi lettori, Manganelli consegnava cronache e notizie della terra cimmeria in cui ormai costantemente soggiornava, perseguendo un'equa distribuzione di forme: dai travolgenti corsivi destinati alla prima pagina dei quotidiani ad ardue costruzioni in forma di libro, sempre tese al punto dove "quello che viene scritto è il nulla". In una zona appartata, e solo in rari casi mostrandosi al pubblico, si accumularono anche dei racconti, di cui qui presentiamo un'inedita e folta silloge corrispondente a un progetto tracciato dall'autore.
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