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Scrittori Italiani e Stranieri - Mondadori

 
 
Codice:57573      
 
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Titolo:   La festa del raccolto
Autore:   Thomas TRYON
   Traduzione: Bruno ODDERA
   Copertina: Ferenc PINTÉR
 
Data Pubbl.:   1 Marzo 1974 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   Harvest Home, 1973
Note:  
 
Genere:   Libri->Horror
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Cartonato con sovracoperta
Tipologia:   Principali Dimensioni:   135 x 205
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:   470
 
 
  Ultima modifica scheda: zecca_2000 15/04/2024-10:16:21
 
   
 

 
 
Ned Constantine, un pubblicitario newyorkese, si è sottratto alla massacrante futilità della corsa al successo rifugiandosi in un paesino del New England. Fino a quel momento la sua vita scorreva placida e un po' astratta in un mondo che sembrava uscito per sortilegio da un album sul primo ottocento americano. A contatto con la gente del luogo, legata alla terra da un cordone ombelicale millenario, Ned scopriva valori antichi e imparava a capire pregiudizi e superstizioni ancora più antichi. Accettava e, soprattutto, veniva accettato.
Poi, d'un tratto, qualcosa cambia: un quid impalpabile, elusivo come un gioco di specchi. Intorno a lui si fa un silenzio opaco, senza echi. La realtà quotidiana si accende lentamente di luci spettrali. Nessuno gli sembra più quello che dice di essere. Ned si domanda se non è uno scherzo della fantasia... ha persino creduto di vedere un fantasma. Ma poi vede, sicuramente, uno scheletro nel cavo di un albero... dissotterra una bara colma di granturco... si trova di fronte un uomo insanguinato e quasi demente, con la lingua mozza e le labbra cucite. E tutto il paese, con feroce serenità, si rifiuta di dargli spiegazioni che esulino dalla normalità più piatta e riduttiva. Questo, più di ogni altra cosa, fa scattare in lui l'angoscia, e con l'angoscia il bisogno ossessivo di sapere. Mentre l'irrealtà più barbara gli si presenta come la sola realtà possibile, il terrore. Quasi primordiale, cresce come un frastuono che supera ogni soglia di sopportazione fino a diventare un mostruoso silenzio. E nel silenzio la storia termina, con un guizzo di gelida ironia, mentre Ned, come in un rito preomerico, sconta la pena di chi ha voluto vedere troppo.