Allucinazione, paura, fantasia, cyberspazio... Tra Alice nel paese delle meraviglie e Arancia meccanica, una fiaba dolce e violentissima che ci catapulta con un salto vertiginoso nella rischiosa eppure invitante realtà virtuale, in cui l'universo labile dei sogni si confonde con quello gelido della tecnologia. In un imprecisato futuro, nello scenario grigio-metallico e fumoso di una Manchester crudele, lungo strade deserte attraversate di tanto in tanto da bande di disperati, un gruppo di malinconici scontenti vagabonda in cerca di emozioni e di vita. Loro unica gioia - artificiale e pericolosa - sembra essere una strana droga, celata in prodigiose piume coloratissime - blu, gialle, rosa, argentee, a seconda delle sensazioni desiderate. E' sufficiente infilarsene una in bocca e immediatamente si viene trasportati nel pianeta di Vurt, un mondo paradisiaco dal quale è difficile fuggire, come ammonisce, con una risata sinistramente ironica, la voce del Gatto Matto: un personaggio-fantasma, forse la coscienza morale della storia, saggio e profetico, a un tempo allarmante e divertito, che a tratti irrompe nella narrazione movimentandone il ritmo. Scribble, il protagonista, giovanissimo e disorientato cybernauta, cerca di sottrarsi alla schiavitù di Vurt, che ha già soggiogato e quasi ucciso la sorella Desdemona, amata di un amore profondo ed incestuoso, desiderata e rincorsa fin nel complicato inferno dei computer. Come un moderno, infelice Orfeo, solitario e coraggioso, Scribble s'imbarca così in una folle avventura dagli esiti imprevedibili...
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