Scampati a una catastrofe nucleare perché la madre li rifugia dentro a un Museo, due bambini sopravvivono al drammatico evento e conducono una vita pressoché normale nell'edificio sepolto dalle macerie. A salvarli sono le attrezzature e le scorte di cui esso è dotato. L'illuminazione continua con i consueti ritmi di apertura e chiusura del Museo; acqua e fogne funzionano; le riserve del bar risultano illimitate. La vita dei due bambini scorre regolarmente tra eventi gradevoli - i passeri che vengono a piluccare le briciole sul tavolo - e sgradevoli - i ragni da cui difendersi e che vanno sterminati. Ma enigmatica quant'altre mai incombe su di loro la presenza di Brogan, un essere che si muove sferragliando, ha ossa scure che fuoriescono dalle spalle, qualche parvenza umana: un braccio, forse un occhio; un essere che non parla, ma comunica mugugnando o piagnucolando o scagliando pezzi di statua da una balconata. Il romanzo inizia circa quattro anni dopo l'esplosione nucleare. Troppo piccoli per percepirne il significato al momento del fatto, i bambini ne hanno perduto la memoria. Ma ora sono cresciuti e il Museo è diventato il loro universo. Oltre a dover far fronte alle necessità della vita quotidiana, alla loro mente cominciano ad affacciarsi i primi inquietanti interrogativi. Esiste qualcosa "fuori" del loro universo? E in esso, sono soli, o potrebbe esserci "un altro"? Perché bisogna portar da mangiare a Brogan? Ma soprattutto... CHI È BROGAN?
|