Nel contesto della ricerca critica contemporanea sul fantastico,non si può prescindere da una serie di precisazioni, strettamente connesse alle diverse opzioni metodologiche, che hanno finito coll'enucleare vere e proprie scuole, spesso in stridente polemica l'una con l'altra. Per la verità una differenza sostanziale tra l'area critica francese e quella tipicamente anglosassone può essere individuata ancora più a monte: nel prevalente interesse verso problemi d'ordine teorico manifestato dalla prima, laddove la seconda si è piuttosto orientata alla raccolta e selezione diacronica dei racconti. Solo di recente la scuola anglosassone si è orientata verso approcci linguistici (Rabkin), sostanziali (Frye) e addirittura parzialmente mitoesegetici (Panshin). Infine, non è superfluo sottolineare qui come il più accettabile lavoro di sintesi fra questi due essenziali orientamenti sia stato svolto dalla giovane scuola neosimbolista italiana, la cui fruizione metaletteraria del fantastico sembra aver individuato una chiave di volta del genere.