Prefazione di Alfred Hitchcok Personalmente non trovo nulla di straordinario nel fatto che un teschio parli. In effetti tutti noi ne abbiamo uno, inserito a perfezione nel capo, che in genere passa il tempo a spalancare le mascelle per lasciarne uscire delle chiacchiere assolutamente inutili. È quello che ho tentato di spiegare a Jupiter Jones, quando mi ha riferito, con gli occhi fuori dall'orbita, che aveva sentito un teschio parlare. Ma il giovanotto, per tutta risposta, sì è limitato a trarre da una scatola un teschio vero e proprio, completo di denti sogghignanti e di orbite vuote, e lo ha appoggiato sulla scrivania. Buongiorno, ho detto ironicamente. Buongiorno, ha risposto il teschio, senza batter ciglio (e lo credo bene). Ho interrotto allora il colloquio per precipitarmi a una seduta urgente con il mio psichiatra. Fissate un appuntamento anche voi, prima di leggere questo giallo.
Trama Ad un asta pubblica Jupiter compra un baule appartenuto a un prestigiatore scomparso, Il Grande Gulliver, che contiene un teschio in grado di parlare con il nome di Socrate. Ben presto il teschio li mette sulla strada per arrivare al nascondiglio del bottino di una rapina, sulle cui tracce vi sono anche tre delinquenti tra i più pericolosi di tutta Los Angeles. Tra alcuni indizi disseminati ed occultati dal rapinatore Spike Neely, tra l'intervento degli zingari della veggente Zelda i Tre Investigatori troveranno la refurtiva, non senza qualche pericolo.
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