Uno stile consapevole, maturo e carico di malinconica ironia conduce sapientemente questo racconto di fantasia, ambientato in un’Italia probabilmente tardo medievale completamente, però, estranea da un contesto storico definito. L’impressione è, infatti, quella di un’ambientazione simile a una ù roccaforte lontana dal mondo, dalla quale Uguccio, nobile anziano e scorbutico, osserva la realtà che scorre. Seduto alla finestra, il vecchio adora contemplare il suo boschetto di castagni, che nasconde – e lui solo lo sa- un segreto: vi dimora, infatti, un unicorno, il compagno di giochi della sua dolce figlia Eloisa. A nessuno è consentito entrare nel bosco senza il suo permesso e, divieto ancor più tassativo, nessun albero può essere tagliato: Eloisa non vuole.
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