Tre capolavori di Ursula le Guin: Il Pianeta dell'esilio narra la vicenda della colonia terrestre di Landin sul lontano pianeta Eltanin: i coloni, rimasti isolati e abbandonati a se stessi dopo il crollo della civiltà umana, conducono una lotta ostinata ma senza speranze contro gli assalti delle orde dei barbari Gaal e dei mostruosi «ghoul» della neve, ma soprattutto contro il terribile inverno, lungo ben quindici anni terrestri, del pianeta. Ma non sono soli; i nativi hilf un popolo umanoide di cultura nomade, sono ad essi accomunati in questa improba contesa con le forze della natura, e l'unica speranza di sopravvivenza delle due razze sta appunto nell'unione e nel superamento delle incomprensioni e delle diffidenze reciproche. In La falce dei cieli George Orr è un normalissimo giovanotto del 2002, ma ha la bizzarra convinzione che i suoi sogni modifichino la realtà. Varie volte ha sognato qualche episodio immaginario, e poi, al suo risveglio, si è accorto che non era più immaginario: l'episodio sognato aveva preso il posto della realtà, ma soltanto lui si accorgeva della differenza. Un classico esempio di disturbo mentale sentenziano le autorità sanitarie: il nostro giovanotto viene affidato allo psichiatra. E lo psichiatra si accorge che Orr dice la verità... che è depositario di uno smisurato potere! Comincia così lo strano sodalizio tra il giovanotto che cambia il mondo con i propri sogni e lo scienziato che intende usarlo per costruire un mondo migliore. Nel Mondo della foresta, romanzo vincitore del Premio Hugo, il pianeta New Tahiti è abitato da una razza umana che è lontana cugina di quella terrestre, ma che è sottoposta allosfruttamento da parte dei coloni venuti dalla Terra. Gli indigeni di New Tahiti hanno una loro antica civiltà, basata sulla conoscenza di se stessi e sull'armonia dello spirito, ma i valori di questa civiltà non sono riconosciuti dai terrestri, che considerano gli indigeni di New Tahiti come delle creature inferiori. Il romanzo narra lo scontro tra questi due diversi modi di vita ed è l'occasione, come sempre nelle opere di Ursula Le Guin, per svolgere delle profonde considerazioni sul modo in cui l'uomo moderno manipola la natura: sia la natura ambientale sia la propria natura di uomo.
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