Vi presentiamo Cristoforo Crockett La Cruz, detto «Tesk». Viene da Circumluna. È magro magro, lungo lungo, sorretto nella gravità terrestre da un esoscheletro che è un capolavoro d'arte meccanica, ma che lo fa sembrare uno spettro. Infatti, «El Esqueleto» o «El Espectro» lo chiameranno i Mex, cioè i messicani, schiavizzati dai Tex, che sono i texani, megalomani e ipersviluppati con trattamenti ormonici. Tra gli schiavi nani e i giganti padroni, cala Tesk dal suo mondo circumlunare. È un attore, estroverso, vanesio, irresistibile, che forse appare sinistro e bizzarro agli uomini del «dopo Terza Guerra Mondiale», ma che piace moltissimo alle loro donne. Per i Mex oppressi, Tesk è un portento, una insegna, un capo. Per Tesk, i Mex diventano una causa da difendere. È la scintilla di una rivoluzione... e l'inizio di una galoppata di avventure stravaganti, in un futuro impossibile che malignamente somiglia come un incubo al nostro presente.
Una storia sconcertante, irridente, beffarda, un po' pazzesca. Una caricatura del futuro. Una «cavalcata» di fatti assurdi... e straordinariamente veri. Una galoppata di fantasia satirica. Tutto questo, e altro ancora, troviamo nel romanzo di Leiber, che compie un atto di ribellione contro gli schemi e i «clichés» in cui rischia di atrofizzarsi la fantascienza, e riprende clamorosamente il diritto alla libertà fantastica, che è alle origini di questo genere letterario. In queste pagine Leiber invita il lettore a un gesto di coraggio intellettuale: il coraggio di ridere, di immaginare e di capire. I giganti Tex e i nani Mex, gli esuli Lungachioma di Circumluna, l'esaltazione dell'IO (questo «campo petrolifero della personalità umana»), l'assassinio come metodo di governo, lo schiavismo come metodo di dominio, la stoltezza come legge dominante, i guerriglieri e le guerrigliere, tutti concorrono a una madornale rapsodia, su un fitto contrappunto di richiami letterari e di strizzate d'occhio, che con enorme buonumore rivelano il volto di una profonda tragicità.
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