In questo romanzo di fantascienza, la parte "scienza" è alquanto inconsueta. Non è infatti una delle solito scienze naturali come la biologia e la fisica, bensì è una di quelle discipline che, come la parapsicologia, sono forse possibili, ma non dimostrabili: si tratta dell'antico "studio degli spiriti", cioè della demonologia. è questo uno spunto che si è già visto varie volte nella fantascienza, ad esempio in opere di Heinlein e di De Camp, e che sempre ha dato origine a opere di tipo satirico e umoristico. Blish, a differenza degli autori che lo hanno preceduto, lo tratta invece in modo estremamente serio e impegnativo, per costruire un'allegoria della situazione attuale della nostra società: una società che dispone di mezzi di distruzione incontrollabili, ma non rinuncia ad accumularli e a perfezionarli. La posizione di partenza di Blish è una di quelle ipotesi che sono la linfa vitale della fantascienza: ammesso che la demonologia - ci dice - riesca davvero a evocare gli spiriti ribelli, come potrebbe agire un mago moderno? I lettori di fantascienza troveranno in Pasqua nera un ritratto quanto mai interessante di questo "mago scientifico", ma il punto che l'autore intende esaminare è un altro: quale sarebbe il frutto ultimo di queste ricerche, la conoscenza illimitata o ia distruzione completa? Come sempre nel caso degli apprendisti stregoni, l'apologo di Blish si chiude in chiave di catastrofe: l'esperimento sfugge di mano, e produce come risultato lo scoppio della terza guerra mondiale e la distruzione atomica della civiltà. Ma saranno stati i diavoli a scatenarla, o, ancora una volta, saranno gli uomini ad avere consegnato la Terra in mano al nemico?
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