Una seconda mente - un'altra volontà - si era insinuata come vento insidioso in quella del pilota spaziale Grainger, senza che egli l'avesse voluto né l'avesse permesso. L'entità aliena incorporea aveva invaso il suo cervello durante i numerosi mesi che il pilota aveva trascorso su un mondo desolato e apparentemente deserto ai limiti dell'Halcyon Drift, una nebulosa nera al cui interno regnava un tale caos e le leggi della fisica erano così alterate e sconvolte che le navi spaziali non potevano esplorarne i vasti confini - né tantomeno penetrarvi profondamente - senza incorrere in una quasi certa catastrofe. Ma da qualche parte all'interno dell'oscurità cosmica proveniva l'intermittente ma instancabile segnale di un'astronave dispersa molti anni prima: un vascello spaziale a bordo del quale si trovava ancora un carico favoloso che avrebbe procurato, a chi fosse riuscito a trovarlo, la ricchezza e il potere. E forse il parassita mentale di Grainger avrebbe potuto essere il mezzo grazie al quale il temerario pilota spaziale sarebbe riuscito - da solo - a penetrare nell'impenetrabile.
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