Per molto tempo non aveva avuto neppure un nome, solo un nomignolo: Topo. In fondo allora era solo un giovane schiavo come tanti altri. Ma quando il figlio del suo padrone, un arrogante giovinastro di nome Drakon, aveva violentato e ucciso la ragazza di cui era innamorato, si era scoperto la rabbia e la determinazione di un gatto selvatico ed era riuscito a scappare, dopo aver sfigurato Drakon. Oggi un nome lo aveva, Kian, il barbaro figlio adottivo del guerriero Cullin, un nobile della razza Tyr che aveva scoperto di essere in realtà suo zio. Ma che destino prefiguravano per lui i sogni ricorrenti di un cerchio di pietre magiche e di un druido silenzioso? Lo avrebbe scoperto incontrando Kerri, una giovane guerriera del popolo dei Celi, che viaggiava alla ricercha dell'erede al trono del suo paese. Già, perché sarebbe stata Kerri a svelargli che la sua spada era un'arma magica, una “Lama delle Rune" e ciò significava che era suo compito consegnarla al vero destinatario: proprio il principe che anche lei stava cercando. Inizia così un viaggio pieno di insidie, pericoli, avventure, negromanzie, imboscate, rapimenti, duelli e scontri in campo aperto, mentre la Grande Ombra cerca di avviluppare il mondo conosciuto, contrastata solo dalla luce incantata della “Spada delle Rune. Sospesa a metà tra ammiccamenti storici e fantasy di impianto tolkeniano, prende forma una delle più formidabili saghe fantastiche di questa fine secolo.
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