L'agente investigativo Jack Gold della polizia di Los Angeles non è un uomo felice. Ha la carriera bloccata, l'ex moglie che lo odia, l'adorata figlia sposata con un detestabile yuppie, un compagno di squadra che s'interessa molto più alle proprie ambizioni private che alla caccia ai criminali, e il cuore spezzato dalla morte di una donna ancora amata. Gold si considera un poliziotto risoluto e morale, ma per i suoi superiori è solo un rozzo ubriacone dal grilletto facile, e quando uccide un giovane punk nel corso di una rapina, decidono di punirlo assegnandogli un incarico che considerano umiliante: il grande Gold dovrà limitarsi a indagare su una serie di graffiti razzisti tracciati con vernice rossa, che indignano la ricca comunità, politicamente assai influente, di ebrei residenti nel West End. L'uomo che Gold dovrà trovare si chiama Walker ed è una sorta di freak perennemente in preda all'effetto degli allucinogeni, travolto dalle proprie frustrazioni. Strillone sui marciapiedi della città, viene deriso dai suoi colleghi, tutta gente di colore, perché è l'unico bianco ridotto a vendere giornali a un centesimo alla copia. E questo lo infuria. Per consolarsi, ingolla anfetamine a manciate e fantastica di omicidi. Presto, i graffiti non lo soddisferanno più: ora, dovrà uccidere. E nelle case di Los Angeles entra il terrore. Marcel Montecino è uno scrittore di rango, con un talento particolare nel descrivere la corruzione, la follia e l'amore.
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