«Caro Watson, temo che dovrò partire per...» Era una frase così comune in bocca a Sherlock Holmes, che il suo vecchio amico medico non si stupì affatto. Né fu meravigliato quando il formidabile poliziotto gli chiese di prendere lo stesso suo treno. Forse Watson ebbe un piccolo, appena percettibile moto di sorpresa, nel sentirsi invitare a portare con sé un binocolo. Si trattava della scomparsa di Barbaglio d'Argento, il famoso cavallo da corsa, e dell'assassinio di John Straker; ma in genere, in tutta questa affascinante serie di memorie, il dottor Watson ha continuato nel suo compito di fedele e preciso cronista delle avventure capitate all'eminente amico. E di quale abile assistenza, di quale dedizione, egli abbia saputo dare prova, lo riconosce lo stesso Sherlock Holmes; il quale d'altronde avverte che la propria carriera è arrivata al culmine, per merito anche della preziosa amicizia di questo oscuro ma valido milite della giustizia.
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