"Perché non dovrei amarti? Sei nervoso, violento, ma so bene che non è per cattiveria." " ... era sempre stato colmo d'ira; sempre aveva provato il bisogno di farsi del male tentando di far male agli altri." Lei si chiama Giulietta, e lui potrebbe chiamarsi Romeo, tanto è sensibile l'accostamento, sul piano poetico, agli amanti immortalati da Shakespeare. La differenza è che qui siamo nel nostro secolo, a Parigi, nella metropoli immensa e febbrile, sorda alle piccole e grandi passioni dei formicolanti insetti umani che la popolano. Il doloroso e umanissimo romanzo di Juliette e di Emile, iniziato come un idillio provinciale e finito in un fatto di cronaca nera, ci è narrato da Simenon in quel "tono minore" che per contrasto rende piú intensa l'emozione, la commozione; e nella penetrante indagine della psiche dei giovani costituisce un severo ammonimento sociale.
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