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Orizzonti - Fanucci

 
 
Codice:4393      
 
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N. Volume:   VIII.1
Titolo:   Volo di Drago
Autore:   Anne McCAFFREY
   Prefazione: Gianfranco DE TURRIS e Sebastiano FUSCO
   Traduzione: Roberta RAMBELLI (ps. di Jole RAMBELLI)
   Disegni: Glauco CARTOCCI
   Copertina: Glauco CARTOCCI
 
Data Pubbl.:   Novembre 1975 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   Dragonflight, 1969
Note:  
 
Genere:   Libri->Fantasy
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura con sovraccoperta
Tipologia:   Principali Dimensioni:   145 x 215
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:   288
 
 
  Ultima modifica scheda: Grianne 22/05/2019-00:03:05
 
   
 

 
 
Pern: una colonia umana su un lontano pianeta, che da tempo ha dimenticato le proprie origini, e vive sotto una minaccia sospesa in eterno. Ad intervalli di secoli un mondo vagante, la Stella Rossa, nel percorrere la sua orbita irregolare sfiora il pianeta degli umani. Allora, attraverso l'abisso dello spazio, filtrano nell'atmosfera di Pern gli invasori: esili Fili d'argento solcano i cieli, e tutto ciò che toccano avvampa e si distrugge. Soltanto i Draghi di Pern sono in grado di affrontare e sventare una simile spaventosa, ineluttabile minaccia: ma per allevare, addestrare e cavalcare un Drago occorre essere individui superiori, in possesso di facoltà arcane. Un ordine chiuso e geloso delle proprie tradizioni è l'unico sistema per individuare, accrescere e porre a frutto tali facoltà. Il rischio è appunto questo. Tra una invasione e l'altra, infatti, trascorrono dei secoli: passato il pericolo, l'uomo tende a dimenticare, si rilassa, trascura la vigilanza. La dura necessità, il pericolo stesso, divengono leggenda, canto di poeti, ballate popolari, favole di vecchi. Solo una tradizione pazientemente inculcata e mantenuta viva durante gli anni della dimenticanza potrà risvegliare, giunto il momento del bisogno in cui la leggenda si svela essere cruda realtà e non fantasia, tutte le facoltà richieste. La trilogia dei « Dragonieri di Pern », di cui « Volo di Drago » è la prima parte, è uno dei più interessanti cicli narrativi che la fantascienza ha prodotto in questi ultimi dieci anni nel suo sforzo di rinnovamento interno, tematico e stilistico; è il tentativo ad ampio respiro di creare « ex novo » una mitologia complessa e coordinata, che non sia un semplice adattamento di mitologie « terrestri ». Esso è dovuto ad un nome nuovo, lanciato da John Campbell sulle pagine di « Analog », Anne McCaffrey, che si rivela scrittrice sensibile, originale e dalle notevoli doti letterarie. Sia i lettori che i critici statunitensi hanno testimoniato il loro apprezzemento per quest'opera, i cui diversi capitoli sono apparsi in più riprese sulle riviste di Campbell: i primi assegnando il Premio Hugo 1968 per il miglior romanzo breve alla parte iniziale del romanzo; i secondi il Premlo Nebula 1969 per la stessa categoria all'ultima parte di esso. Anne McCaffrey è stata così la prima donna a vincere i due massimi premi fantascientifici americani.